Ci sono luoghi magici dove scopri che anche il silenzio ha un suono, e in quell’istante non c’è null’altro che vorresti ascoltare. Seduta sulla panchina di Capovento, con lo sguardo perso negli orizzonti del Chianti io e Lucia abbiamo rallentato le nostre chiacchiere per sentire il rumore del vento.
Era la prima sosta dopo una giornata in giro per strade e cantine, la migliore amica seduta accanto e un bicchiere di bollicine ghiacciate a solleticare il palato e raffrescare il calore di un insolito Settembre.
Non desideravo essere altrove che su quel fazzoletto di mondo a guardare le vigne del Chianti tingersi d’oro sotto la luce del tramonto.
Capovento è un country hotel nel cuore del Chianti Classico che ha il sapore di “casa”, perché è così che ci si sente da subito, avvolti dai colori caldi e dalle coccole di Ettore e Stella, che gestiscono la Villa con cuore e grazia.
Per Ettore Capovento è casa da sempre, per Stella invece lo è diventata quando si è innamorata di lui, sui banchi dell’università.
“Sono cresciuta a Favignana” mi ha raccontato Stella “ma anche Capovento è un’isola a modo suo, circondata dai boschi anziché dalle onde, ma altrettanto magica”
Ettore e Stella si sono trasferiti a Capovento alla fine degli studi, per trasformare il casolare di famiglia nel loro sogno di ospitalità.
Fu il nonno di Ettore a costruire la Villa di Capovento, utilizzando le pietre nascoste in quel terreno che negli anni ‘50 era ancora simile alla luna.
“Laddove oggi si estendono le tenute di Brancaia, Mazzei e Liverano, c’erano solo pietre” mi ha spiegato Ettore affacciandosi oltre la collina “Nessuna vigna e nemmeno i meravigliosi boschi di querce che vedi intorno a te.”
Non c’era acqua né luce quando suo nonno comprò quelle terre immense, conosciute oggi in tutto il mondo come il cuore del Chianti Classico. Ettari di terreno e dozzine di casali di cui pian piano si disfece, tenendo per sé solamente Capovento, la villa preferita che aveva costruito con le sue mani, in perfetto stile toscano ma con le finestre grandi, perché a lui piaceva il sole.
In quella casa Ettore ha vissuto la sua infanzia felice, fra i giardini e le pareti che raccontano la storia di tre generazioni. “Ho visto arrivare ad uno ad uno questi arredi che mia mamma collezionava come fossero francobolli. Mio babbo invece amava dipingere e pian piano i suoi quadri hanno riempito le pareti di Capovento fino al soffitto”.
Da quando Ettore e Stella hanno messo la Villa a disposizione dei viandanti, il loro gusto per le cose belle si è stratificato sopra a quello dei genitori e dei nonni.
“Stella ama raccogliere fiori e arbusti per adornare gli ambienti. Abbiamo un debole per le candele, che insieme a libri e foto d’epoca riscaldano ogni stanza.”
Le camere di Capovento, tutte in stile squisitamente tuscany, sono soltanto sei doppie, per offrire alle coppie che scelgono di soggiornare il massimo della tranquillità. Al piano terra la cucina e una sala per la cena che ogni giorno Ettore e Stella cucinano personalmente per i propri ospiti.
Un piccolo menù che varia ogni giorno, a seconda di quello che offrono l’orto e i piccoli produttori locali. Tutto è condito con lo squisito olio extravergine prodotto nell’oliveto di Capovento, uno dei migliori terroire al mondo.
“Prepariamo tutto in casa seguendo le ricette di famiglia” mi ha raccontato Ettore impastando la schiacciata “non ho mai frequentato un corso di cucina, ma ho sempre guardato mia mamma. Utilizziamo l’acqua della sorgente, i prodotti della terra locali e le nostre erbe aromatiche. Stella impasta il pane a mani nude ogni giorno, io seleziono le verdure, la frutta di stagione e i grani antichi.”
Rientrando dalla passeggiata dopo il tramonto il profumo delle tagliatelle ai porcini ci aspettava sulla porta, insieme a una bistecca di carne toscana tenera e squisita.
Era l’inizio di un tiepido autunno, ma la scia dei miei sogni correva verso gli inverni sotto le coperte di neve. Se chiudo gli occhi vedo il colore di quel vento, che porta con sé ogni giorno una foglia diversa.