Guai a chiamarli cozze! I moscioli di Portonovo sono mitili selvatici che crescono aggrappati tenacemente agli scogli del Conero, accarezzati da correnti marine propizie e per qualcuno addirittura divine.
Si narra che nel suo cammino verso Loreto, la Madonna restò ammaliata da quel tratto di costa, e per omaggiare tanta bellezza volle lasciarvi un dono. Laddove i corbezzoli si gettano a picco nelle acque turchesi, creò il Trave, uno scoglio proteso verso il largo, che sfiora le acque per centinaia di metri, fungendo da vivaio naturale per i moscioli selvatici.
La baia è in effetti un paradiso cristallino ai piedi del Conero, e i frutti del suo mare (tutt’altro che proibiti) vengono serviti sulla riva di ciottoli bianchi insieme al fruscio delle onde. Seppur minuta nella geografia, Portonovo pullula di indirizzi gourmet, dalla palafitta sul mare del grande chef Moreno Cedroni, agli stabilimenti balneari con cucine da sogno.
Appena il sole comincia a colorarsi di rosa, i bagnini chiudono gli ombrelloni e apparecchiano i tavolini pied dans l’eau. In cucina gli chef si dedicano ai moscioli in tutte le loro declinazioni e io non saprei augurarvi una serata estiva migliore.
Scopri tutto su Portonovo nel mio articolo dedicato alla baia
Quando e dove mangiare i moscioli di Portonovo
Dal 2004 i moscioli di Portonovo sono un presidio slow food. Vengono raccolti a mano dai pescatori subacquei con l’aiuto di un particolare “rampino” e per assicurarne la spontanea riproduzione, la loro pesca è sostenibile, rispettando con rigore la stagionalità.
Dunque, troverete i moscioli di Portonovo soltanto da aprile a ottobre. Anche perché, ad eccezione di Marcello al Laghetto, gli altri ristoranti della baia si concedono una lunga pausa invernale.
Clandestino susci bar
Iniziamo da lui, Moreno Cedroni, lo chef due stelle Michelin già celebre per altri suoi due ristornati in zona: la Madonnina del Pescatore e Anikò, lo street food di lusso nella piazzetta di Senigallia. Il Clandestino è la sua creazione più cool, che celebra cibo e natura in una palafitta arroccata sullo scoglio bianco di Portonovo.
Qui la giornata comincia con pane, burro e marmellata e prosegue con un pranzo informale a base di insalate. E la sera, appena l’orizzonte del mare si tinge di rosa, il susci bar offre un menù raffinato che sperimenta ogni sfumatura del crudo. Praticamente un sogno a occhi aperti per gli amanti della grande ristorazione.
Ristorante il laghetto (da Marcello)
Laghetto salmastro alle spalle, mare in faccia e cucina da sogno. Marcello è il re dei moscioli di Portonovo e li cucina in ogni declinazione: gratinati con le molliche di pane, a mo’ di sugo per gli spaghetti o semplicemente cotti nella loro acqua, ma senza sale, perché come dice Marcello “i moscioli hanno il mare dentro”.
Buonissimi anche tutti i piatti della tradizione, dalle sarde scottadito alle raguse in porchetta, fino al mitico brodetto.
Emilia
Appoggiato sui ciottoli levigati dal mare, quello di Emilia è stato il primo ristorante di Portonovo. Fu aperto negli anni ’20 in una baia ancora deserta, per offrire ristoro ai ricchi signori di Ancona che scendevano in spiaggia. Ancora oggi è gestito dalla stessa famiglia, che per tre generazioni ha tramandato ricette e saperi.
Le nipoti di Emilia stanno in sala e la figlia Marisina in cucina, mentre gli uomini di casa escono a pesca per deliziare i clienti con sogliole, sardoncini, triglie, seppie e tutto ciò che di buono l’Adriatico può offrire (moscioli di Portonovo – ovviamente – compresi!).
Mosciolando
Se siete curiosi di scoprire questa prelibatezza marchigiana, fermatevi una notte da queste parti nei giorni di “mosciolando” – dal 25 al 27 giugno 2021 – la fiera gourmet dedicata ai moscioli di Portonovo.
Ristorante il Clandestino Susci Bar