Dev’essere stato il destino a portarci a Lu Focarò nel giorno del nostro anniversario. Non avrei scovato un posto così romantico, neanche esplorando ogni angolo del mondo.
Solitamente ogni undici novembre, io e Alb torniamo a Parigi per sederci allo stesso tavolo del primo incontro. Quest’anno abbiamo dovuto rimandare la partenza, perché lui insegnava in una scuola a Torre di Palme, un borgo marchigiano a picco sul mare.
L’ho raggiunto con la scusa di esplorare i dintorni di Fermo, e mi sono innamorata di questo piccolo ristorante, magico come una notte di Natale.
Avvolto nella nebbia di San Martino, Lu Fucarò sembrava l’unica traccia di vita in un paese immaginario. Una manciata di casette ricoperte di bouganville ancora in fiore, una chiesa antica e una terrazza sul mare che si confondeva col cielo.
Mancavano solo le stelle. Ma si sono accese fra i tavoli del ristorante.
Le pareti di Lu Focarò, scure come la notte, sono tempestate da migliaia di lucette che illuminano di meraviglia i mesi più freddi. In estate invece, si cena su tovaglie candide guardando il mare, nella brezza che accarezza le colline circostanti.
Lu Focarò è una creazione di Patrizia Corradetti, l’instancabile chef padrona di casa, dotata di un gusto che incanta. Amante dei fiori, delle belle ricette e dei colori avvolgenti, riesce a cambiare l’atmosfera di questo luogo con la stessa velocità delle stagioni.
“Sto scegliendo nuovi tessuti per apparecchiare il Natale” mi ha raccontato Patrizia, appoggiando un piatto di olive all’ascolana sul tavolo. “Queste tovaglie in tartan sarebbero perfette. Ma la perfezione è banale”.
Il suo locale è amatissimo da musicisti e stilisti, che negli anni sono diventati suoi amici. “Sono grande fonte di ispirazione e osare mi è sempre piaciuto. Prima di questo profondo blu, le pareti sono state color senape. E ancor prima, amaranto”.
La passione per la cucina invece arriva dalla madre che ancora oggi, a novantuno anni, prepara i minuscoli tortellini del ristorante: “devono entrarne cinque in cucchiaio, per essere perfetti. Non uno di meno”.
Il menù di Lu Focarò è quello semplice della tradizione, privo di orpelli ma servito in una collezione di porcellane antiche, ognuna diversa dall’altra.
Io ho provato un galletto al limone e dei tortelli alle erbe aromatiche (ma ho rubato anche cinque tortellini ad Alberto). E per finire, ho rinunciato al dessert perché sapevo sarebbero arrivati i biscottini che Patrizia prepara ogni giorno. Al limone, vino, nocciole, cannella, cioccolato. Tutte declinazioni di felicità.
Patrizia si aggira sempre fra i tavoli di Lu Focarò, scambiando due parole con chi ha voglia di ascoltare belle storie. Io non aspettavo altro, e ho trascorso con lei anche la mattina seguente.
Il ristorante era chiuso, ma in cucina bolliva una grande pentola di brasato e fra una chiacchiera e l’altra, siamo finite a condividere un piatto di gnocchi e un bicchiere di vino.
Oltre al ristorante, Patrizia mette a disposizione dei suoi ospiti due camere di charme e “Le petit Focarò”, un piccolo negozio che all’occorrenza si trasforma in saletta privata e laboratorio di biscotti.
Le camere del B&B Torre di Palme non si trovano su nessuna agenzia online. Sono un tesoro che in pochi conoscono, dipinte con lo stesso ardore che contraddistingue la padrona di casa e arredate con un tripudio di oggetti vintage e antiquariato.
Lu Focarò a Torre di Palme non è semplicemente un punto di ristoro. È una sosta da vivere con lentezza. Un focolare, cresciuto attorno a quei cinque caminetti che Patrizia trovò diciassette anni fa in quella casa abbandonata. “Me ne innamorai all’istante. Quell’istante che basta ad abbandonare tutto e ricominciare da capo”.
A chi si ama, e a chi ama i piccoli borghi incantati, Lu Focarò a Torre di Palme vi ruberà il cuore. Soprattutto in inverno.
Ristorante Lu Focarò: Via Piave, 4 – 63900 Torre di Palme (FM)
Tel: +39 329 0589528 – +39 0734 53883 email: torredipalmebb@virgilio.it
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