Una caccia al tartufo al Canto del Maggio

caccia al tartufo

Ho sempre sognato di partecipare a una caccia al tartufo, per ruspare fra le radici e scoprire ogni segreto di tanta bontà.

La passione per questo tubero (o per meglio dire, fungo) arriva dalla mia infanzia, che è stata piena di tutto, buon cibo compreso.

In autunno il profumo dei tartufi si impadroniva del frigorifero e persino il latte ne prendeva l’odore. Ma lo buttavo giù senza troppe storie, perché preannunciava una cenetta da leccarsi i baffi: tagliatelle al burro e uova al tegamino, tutto ricoperto da una pioggia di tartufo. 

Un giorno per capriccio ne morsicai uno, ma fui punita da una cocente delusione: se lo mangi come fosse una mela, il tartufo non sa di nulla. 

Anziché cacciarmi dall’Eden, mio babbo mi spiegò con pazienza che una scaglia può essere più potente del tutto. D’altronde il “tutto e subito” è un difetto che ho ereditato da lui, insieme all’amore per la convivialità e all’inguaribile ottimismo.

La ragione di tanta abbondanza però, risiedeva in una fortunata coincidenza. Allora abitavo nello stesso pianerottolo della signora Ada, un’incallita cacciatrice di tartufi ultra ottantenne.

Bussava alla nostra porta con gli stivali ancora sporchi di fango e le tasche piene di pepite gustose. Le condivideva generosamente in cambio di una strapazzata alle mie guance, ma ha sempre glissato alla mia richiesta di accompagnarla nei suoi sentieri segreti. 

Così, quando Simona mi ha invitata nel suo Canto del Maggio per una caccia al tartufo, ho attraversato gli Appennini senza pensarci due volte. 

caccia al tartufo
Simona Quirini del Canto del Maggio

Il Canto del Maggio è un albergo diffuso in un piccolo borgo toscano, non lontano dal posto dove sono cresciuta e dai boschi della signora Ada.

Simona Quirini è l’anima bella del Canto. Gestisce gli appartamenti insieme alla famiglia e si occupa delle colazioni per gli ospiti, che sforna ogni mattina con tanta passione.

caccia al tartufo
Il borgo del Canto del Maggio in Toscana

Oltre alla storica osteria, al Canto del Maggio trovate anche un laboratorio per le lezioni di cucina e una stanza per gli eventi conviviali. 

La caccia al tartufo parte dal bosco e finisce proprio qui, per un pranzo espresso a base di tartufi appena raccolti. 

Ad aprire i sentieri dei boschi quel giorno c’erano Alessio e Alessandro, due cacciatori di tartufo con i loro segugi: Flò (un Lagotto romagnolo), e Nico e Birba (due Spinger dal fiuto infallibile).

Era appena tornato il sole dopo un forte temporale e il sottobosco profumava di muschi, felci e corteccia. Ci siamo addentrati fra i colori dell’autunno seguendo la gioia incontenibile dei cani, che scodinzolavano impazienti di trovare il tesoro.

Appena Flò ha cominciato a scavare con foga, Alessio si è avvicinato per aiutarla a estrarre il tartufo ed evitare che lo mangiasse.

I cani addestrati per la caccia al tartufo ne sono ovviamente ghiotti, e nessun contentino è più speciale. Qualche pepita è finita nelle loro fauci ma siamo comunque riusciti a raccogliere un bel bottino di tartufo bianco e scorzone.

È stata una bella emozione vedere il mio primo tartufo uscire dalla terra, e mi sono intenerita di fronte alla scoperta della minuscola radice che lo lega al terreno. Subito dopo ho chiuso gli occhi, l’ho avvicinato al naso e mi è uscito un gran sorriso. 

caccia al tartufo
Alessandro Gallorini e la sua Birba
Mauro Quirini al Canto del Maggio

Siamo stati accolti al Canto del Maggio da Mauro (babbo di Simona e ottimo chef), con un piatto di crostini all’olio novo che aspettavano solo la pioggia del tartufo fresco. 

Babbo e figlia in cucina formano una coppia formidabile, ed essere loro ospite è sempre un privilegio. Dopo aver stappato un buon vino per brindare al successo della caccia al tartufo, Mauro e Simona hanno preparato il pranzo davanti ai nostri occhi. 

L’enorme tavolo conviviale era apparecchiato in maniera informale. Sui fornelli bolliva un brodo per il risotto e la stufa a legna sprigionava l’odore di faraona arrosto e funghi.

Fra un brindisi e una chiacchiera, gli chef hanno iniziato a impastare gli strozzapreti di ricotta e spinaci, che erano stati appena raccolti dall’orto biologico di Mauro.

Così, ho visto nascere il mio pranzo a “centimetro zero” mentre ascoltavo storie di ricette antiche e aneddoti sul tartufo. Alessandro mi ha mostrato la foto di un tartufo da record che ha trovato nel 1998 (Pesava 1.160 gr ed era grande come la sua faccia!).

caccia al tartufo
Strozzapreti alla crema di pecorino e tartufo
caccia al tartufo
Mauro e il suo risotto con porri croccanti e tartufo

Dopo una copiosa spolverata di tartufo sui piatti, ci siamo seduti per il pranzo. L’atmosfera intima era quella di una bella tavolata fra amici (quanto mi mancavano le grasse risate dei toscani!).

E siccome in Italia continuiamo a parlare di cibo anche mentre si mangia, alle quattro del pomeriggio stavamo ancora disquisendo su un epocale ragù etrusco. Sei chili di ciccia tirati sù con un litro di buon Nobile di Montepulciano.

Cheers 🙂

caccia al tartufo
Alessio Mugnai e Alessandro Gallorini (i cacciatori di tartufo) insieme a Simona e Mauro Quirini

Albergo diffuso: il Canto del Maggio Località Penna Alta, 30/d, 52028 Terranuova Bracciolini AR

Per informazioni e prenotazioni sulle esperienze al Canto del Maggio (caccia al tartufo, raccolta delle castagne, corsi di cucina, escursioni nelle colline toscane): +39 3392641672 (Simona Quirini)

Tartufai: Alessio Mugnai e Alessandro Gallorini di Tartufitaly

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